Vettel segue Hamilton: “F1 deve dare l’esempio”

Protagonista della conferenza stampa di viglia del Gran Premio di Italia, il suo ultimo da pilota Ferrari e forse da pilota di Formula 1, SEBASTIAN VETTEL ha affrontato questioni molto interessanti sul futuro, la sostenibilità e gli impegni del Circus. Sposando la linea tracciata negli ultimi anni da LEWIS HAMILTON, il campione tedesco ha stigmatizzato alcuni atteggiamenti della F1 odierna: “Guardando alla situazione del mondo ci si potrebbe chiedere qual è la situazione della F1 e se c’è spazio per la Formula 1 nel mondo attuale. Questo è un tema, anche a livello della pandemia – ha sottolineato Vettel – questo sport deve sopravvivere e prosperare negli anni a venire e bisogna interrogarsi. La F1 non è in prima linea, è uno sport-show: dobbiamo fare meglio nella cura dell’ambiente. Stiamo facendo qualcosa ma non basta, a mio parere personale”.
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In maniera molto analitica, Vettel ha poi sviscerato quelli che secondo lui sono i PUNTI CRITICI del Circus di oggi: “La F1 è uno degli sport che si svolge in tutto il mondo – ha spiegato – e come sport globale dovremmo agire con responsabilità, DARE L’ESEMPIO e non solo ‘reagire’ a quello che succede fuori. Anche se usiamo poco carburante dobbiamo comunque dare l’esempio. Come tipo di energie usate, sull’uso della plastica nei weekend di gara, con i pannelli solari da inserire nel paddock. Dobbiamo evolverci sempre, non solo quando è conveniente. Siamo al top nello sviluppo delle macchine ma non dobbiamo fermarci lì, dobbiamo essere al top anche in tutto il resto”.
Vettel, un addio senza acuti
Infine Vettel, escludendo per sé un futuro da TEAM PRINCIPAL (“No, sono giovane. E poi non hai grande potere”) ha invece invocato una maggiore unità tra i suoi colleghi piloti nelle tematiche che riguardano tutto il paddock: “Una volta c’era più unità, un orizzonte più ristretto. Ci muovevamo tutti sullo stesso volo. Col tempo ci siamo separati e sono cambiati i canali di comunicazione. C’è una divisione più naturale. Però negli ultimi tre-quattro anni ci siamo uniti di nuovo e questo è positivo. I PILOTI DI F1 SONO ESSERE UMANI, viviamo nello stesso mondo, abbiamo problemi, guai, preoccupazioni. Non siamo un’eccezione. Quando ti metti il casco sei in una bolla, sei protetto e pensi alla vettura, però non puoi tenerlo tutta la vita. Non siamo speciali, siamo tutti uguali” ha concluso.