Schumacher-Hamilton, rivoluzioni e rispetto

Il confronto è impossibile e al tempo stesso ineludibile. L’aggancio a quota 91 vittorie operato da LEWIS HAMILTON su MICHAEL SCHUMACHER, per altro su una pista come quella del Nürburgring, molto cara al tedesco, ha scatenato gli inevitabili paragoni tra il campione di Kerpen e quello di Stevenage. Come in ogni duello tra dominatori di epoche diverse – sebbene i due abbiano anche corso l’uno contro l’altro nella ‘seconda carriera’ di Schumacher – una comparazione oggettiva dei risultati è inattuabile. Lo stesso Hamilton però, nel corso di una intervista rilasciata al sito The Race, ha provato ad approfondire il paragone, uscendo per un attimo dai freddi numeri. Punto di partenza è stata la discussione sulla presunta ‘facilità’ di vincere con una monoposto dominante.
Hamilton: “Io come Schumi, ne sono onorato”
“Anni fa mi ricordo quando parlavano di Michael, che aveva fatto svoltare la Ferrari – ha spiegato l’inglese – il fatto è che non si tratta di un solo individuo. IO NON HO FATTO SVOLTARE LA MERCEDES. MICHAEL NON HA FATTO SVOLTARE LA FERRARI. Per quanto io ami Michael e lui sia una leggenda, non è stato lui da solo. Ci sono tante persone sullo sfondo. Quello che hanno fatto è stata la collaborazione. Credo che per piloti come Michael e me il compito sia quello di fare da timone”. Secondo Hamilton infatti, il TOCCO UMANO in questa Formula 1 è ancora molto importante: “Hai alle spalle una forza molto potente, con una grande intelligenza. Ma un computer con i numeri ti dirà che l’auto perfetta è così e così. Quando si applica l’elemento umano, che possiamo essere io, Michael o altri piloti, il nostro compito è quello di guidarla. Credo che ci sia qualcosa che il computer non può simulare. Il nostro compito è quello di guidare la squadra nella giusta direzione e di indirizzarla per progredire. Noi dobbiamo elevare, spingere e, si spera, ispirare i ragazzi con cui lavoriamo”.
Hamilton e il record: “Non posso crederci”
Per queste ragioni sentire gli altri dire ‘vince perché ha la macchina’ non è particolarmente piacevole per il campione in carica: “Non sempre è una bella cosa da sentire – ha ammesso Hamilton – ma non sono arrabbiato. Quello che so è che quelli che spesso dicono queste cose o fanno questi commenti, semplicemente non lo sanno. E penso che in generale, nella vita, spesso possiamo dare un’opinione sbagliata su qualcosa quando non conosciamo i fatti completi. Non abbiamo la piena consapevolezza di come stiano le cose realmente”. Il suo RISPETTO per Schumacher è dunque enorme: “Quel numero è così grande ed è difficile per la gente, da così lontano, comprendere appieno quanto sia stato difficile per lui [Schumacher] ottenere quelle 91 vittorie. Essere costanti, ogni weekend, anno dopo anno, rimanendo in forma. Lo capisco ora più che mai. E posso solo dirvi che dalla prima vittoria alla 91esima non diventa più facile” ha concluso.