Raikkonen e la croce di ferro

In questo periodo la Formula 1 sta osservando una polemica a distanza tra la Fia e LEWIS HAMILTON, con la prima non troppo felice di vedere il pilota britannico impegnato a lanciare MESSAGGI ‘POLITICI’ attraverso la piattaforma mondiale del campionato, e il secondo che ha tutta l’intenzione di continuare a mostrare le sue idee riguardo al razzismo e alla discriminazione. I simboli di questa ‘lotta’ sono magliette con messaggi testuali, pugni alzati al cielo e l’inginocchiamento prima delle corse. Ma ci sono altri simboli che hanno disturbato gli animi anche dei social, come quelli comparsi sull’abbigliamento del pilota Alfa Romeo KIMI RAIKKONEN.
Sulla sua mascherina e sul suo casco, da diverso tempo, sono raffigurati il numero sette scelto come ‘unico’ dal pilota ex ferrarista, a fianco di una croce che, soprattutto in determinati contesti e per persone più sensibili, può ricordare la CROCE DI FERRO utilizzata anche dai nazisti nella seconda guerra mondiale. Occorre dunque capire come questo simbolo non sia stato oggetto di troppe polemiche fino ad oggi e quali possono essere le spiegazioni plausibili per la sua presenza.
Sorry if we’ve gone over this already but not Kimi Raikkonen putting the iron cross on custom merch??? What the HELL????? pic.twitter.com/Pc223B6G3C — Hazel Southwell (@HSouthwellFE) August 31, 2020
Prima di tutto, l’origine. RAIKKONEN ha firmato un accordo di sponsorizzazione e partnership (vendita e gestione di articoli di merchandising come abbigliamento e accessori) con JESSE JAMES, FONDATORE DI WEST COAST CHOPPERS, azienda che produce moto custom, e di Jesse James Fire Arms Unlimited, settore armi da fuoco. Il simbolo scelto da James è proprio una croce con i bracci che si allargano verso le estremità, che nell’araldica è definita ‘PATENTE’ O ‘DI MANTOVA’, in quanto utilizzata storicamente dai Gonzaga. In passato proprio James è stato accusato, proprio per la presenza di questa croce nelle sue moto, di essere nazista. Ma lui ha sempre negato addebiti di razzismo o di propaganda per i movimenti suprematisti bianchi. Qualche dubbio sulla sua conoscenza dell’argomento c’è: in passato ha dichiarato di essersi ispirato alla croce maltese per il suo simbolo, ma la forma rispetto alla croce patente è piuttosto diversa – pur condividendo la stessa matrice cristiana.
La croce di ferro nazista non è altro che una derivazione della CROCE PATENTE, che per altro è un simbolo utilizzato, dal punto di vista militare, anche nella storia della FINLANDIA – ad esempio come simbolo dell’Ordine della croce della libertà (e qui torniamo a Kimi). Con il collegamento al terzo Reich si entra nel tema spinoso, ovvero: NEL 2020 È OPPORTUNO MOSTRARE SUDDETTA CROCE IN MONDOVISIONE, pur considerando che in questo caso il simbolo indica un accordo commerciale? Non ci sono segnali che possano indicare una volontà di Kimi Raikkonen di fare da testimonial a movimenti neonazisti, e anzi è curioso annotare la presenza contemporanea della croce con la maglietta recante la scritta ‘End of racism’. Un paradosso notevole.
Oltre alle polemiche di Twitter, è per ora impossibile bollare il merchandise di Raikkonen come ‘nazista’, anche se certo può venire il dubbio che lui e James non abbiano pensato troppo al significato che, NEL TEMPO, ha preso la croce patente. Che, prima dei nazisti, era ‘solo’ un simbolo araldico come tanti altri. Va pure ricordato, del resto, che anche i Motörhead hanno utilizzato lo stesso simbolo durante tutta la carriera musicale, e pure la Bundeswehr riformata ha deciso di ritoccarla, mantenendone lo spirito teutonico e prussiano ma cercando di discostarsi dalla forma scelta dagli adepti di Hitler.