Kubica apre a un secondo ritorno

ROBERT KUBICA non ha escluso un secondo clamoroso ritorno in Formula 1, dopo quello del 2019 avvenuto a otto anni dal pauroso incidente al Rally Ronde di Andora. Se è riuscito a superare tutte le criticità legate alla mobilità e alla sensibilità del braccio destro, figurarsi una mancata riconferma da parte della WILLIAMS. Con il team di Grove il polacco ha fatto i suo ritorno in Formula 1, andando persino a punti a HOCKENHEIM. L’unica occasione, tra l’altro, in cui la lentissima FW42 è finita tra i primi dieci. L’ex BMW e Renault, attualmente impegnato nel DTM, in tre weekend (Stiria, Ungheria, 70esimo anniversario) ha guidato l’Alfa Romeo nelle prove libere. Con profitto, prendendosi i complimenti del team principal Frederic Vasseur per i suoi utili consigli in chiave-gara.
Kubica: “Non continuerò con la Williams nel 2020”
KUBICA NON VIVE COME UN ASSILLO IL SECONDO RITORNO. Solo se si presenterà l’occasione si farà trovare pronto: “LA MIA STORIA DEGLI ULTIMI ANNI HA DIMOSTRATO CHE NON SI PUÒ ESCLUDERE NIENTE“, ha detto a Motorsport.com. “Quel che mi è successo ha insegnato a me, e probabilmente non solo a me, che dopo un grave incidente e una complicata riabilitazione non si può mai dire mai. ALLO STESSO TEMPO, PERÒ, BISOGNA ESSERE REALISTI. SE AVRÒ UN’ALTRA POSSIBILITÀ, NATURALMENTE LA VALUTERÒ. Se non ci sarà, beh, queste sono le gare“.
DTM Kubica: “Sono troppo lento”
“Sono stato due volte in Formula 1. Ho debuttato nel 2006 e in qualche modo sono riuscito a tornare. La possibilità del 2019 è stata qualcosa di speciale per me. Naturalmente LA DIFFICILE SITUAZIONE CHE ABBIAMO AFFRONTATO ALLA WILLIAMS E LA MANCANZA DI PRESTAZIONI HANNO UN PO’ OSCURATO IL MIO RIENTRO. Ma comunque, senza guardare ai risultati, è qualcosa di veramente speciale essere stato in F1 due volte. Per il futuro non si può chiudere la porta. Ma sicuramente per me non sarà la fine del mondo se non avrò un’altra possibilità. E se ci sarà, dovrò prima valutarla. NON VOGLIO ASSOLUTAMENTE TORNARE PER ESSERE ULTIMO: NON AVREBBE ALCUN SENSO“, ha concluso il polacco.