Montezemolo: “La Ferrari non ha protetto Vettel”

Uno degli ultimi atti della presidenza di LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO è stato l’annuncio di SEBASTIAN VETTEL come pilota FERRARI a partire dalla stagione 2015 in sostituzione di Fernando Alonso. Prima di passare il testimone a Sergio Marchionne, l’imprenditore bolognese ha dunque scelto il manico che avrebbe dovuto riportare il titolo a Maranello. Cinque stagioni in cui l’obiettivo sembrava a tratti vicino, addirittura raggiungibile (2017 e 2018): qualche errore di troppo del tedesco ha contribuito a renderlo solo un sogno. POI IL TRACOLLO NELLA SESTA STAGIONE: UNA SF1000 NATA MALE, senza motore ed efficienza aerodinamica; in più, con un PILOTA DEMOTIVATO. Perché il divorzio tra Vettel e la Ferrari è arrivato ancor prima dell’inizio della stagione.
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Montezemolo ha guardato con distacco la separazione tra la sua Ferrari e l’uomo che lui stesso aveva scelto per riportarla davanti a tutti. E non l’ha certo gradita: “NON MI È PIACIUTO AFFATTO IL TEMPISMO E IL MODO IN CUI CI SIAMO LASCIATI CON SEBASTIAN“, ha detto all’emittente tv tedesca RTL. “I cambiamenti fanno parte della vita, sì, ma conta molto il modo in cui accadono. VETTEL NON È ASSOLUTAMENTE DA INCOLPARE PER LA ROTTURA DEL RAPPORTO: NON HA MAI CAUSATO PROBLEMI, ha sempre lavorato con e per la squadra. HA OTTENUTO VITTORIE CHE ALTRI PILOTI NON AVREBBERO RAGGIUNTO SU UN’AUTO NON SEMPRE COMPETITIVA“.
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“VETTEL, COME ACCADEVA CON MICHAEL SCHUMACHER, DEVE SENTIRSI A CASA SUA. HA BISOGNO DI UN AMBIENTE CHE LO SOSTENGA, DIFENDA E – SOPRATTUTTO – PROTEGGA. Così è stato per Schumi con Jean Todt, così è stato per me nei primi tempi con Niki Lauda“, ha concluso l’ex presidente del Cavallino. Suggerendo, dunque, che la rottura del rapporto tra Vettel e la Ferrari sia dovuto a una mancanza della Scuderia, che non avrebbe protetto a dovere il suo pilota di riferimento.