La genesi del fallimento McLaren-Honda

L’ADDIO DI HONDA alla Formula 1 può anche essere letto con una chiave storica, che va ad affondare le sue radici nel ritardo tecnico accumulato nei primi anni di programma con MCLAREN. Il fallimento dell’accoppiata, con tanto di sfuriate pubbliche da parte di Fernando Alonso, ha fatto perdere a entrambe la bussola, portando la scuderia di Woking a una rincorsa mai vista per recuperare i fondi derivati dai premi gara, e la Honda a raggiungere un livello da vittoria appena prima di salutare tutti.
Le prestazioni della Honda nel suo primo anno in Formula 1, IL 2015 CON LA MCLAREN, furono così terribili da mettere in pericolo l’intero programma. “La radice tecnica del disastro era una drastica mancanza di potenza, che aveva richiesto più della metà della stagione per essere compresa, in parte perché l’affidabilità iniziale era così scarsa che il motore doveva essere fatto funzionare in una forma molto ridotta per mantenere le temperature sotto controllo. Ma c’era un retroscena politico dietro i problemi tecnici. In sostanza, Ron Dennis aveva spinto la Honda ad entrare un anno prima di quanto inizialmente previsto“, ha rivelato Mark Hughes sul sito the-Race.
F1 Domenical in
La McLaren MP4-30, nella quale fu montato il propulsore Honda RA165H, è stata la prima ideata da Peter Prodromou, ex Red Bull. Era diversa da tutte le McLaren precedenti per filosofia, ma le sue capacità aerodinamiche potenziali non furono mai esplorate a fondo per via dei compromessi raggiunti per il motore. Per raggiungere le dimensioni ambiziosamente minuscole del motore il compressore del turbo era stato montato all’interno della V del motore. Per adattarsi alla V, IL COMPRESSORE ERA PIÙ PICCOLO DI QUELLI DEI SUOI RIVALI. Il sistema MGU-H, che girava sullo stesso albero del turbo, non poteva funzionare alle velocità richieste a causa di un problema vibrazionale. Ciò poneva un limite notevole alla velocità del compressore.
All’aumentare della velocità del compressore ci fu però solo UN MODESTO AUMENTO DELLA POTENZA. E per non far mancare nulla, la batteria non poteva essere ricaricata così rapidamente come sulle altre unità di potenza. A Spa e Monza le McLaren infatti andavano pianissimo. McLaren intanto insisteva su come il layout dell’auto fosse ottimo, ma alla Honda avevano capito che LA CORREZIONE DEGLI ERRORI INIZIALI AVREBBE RICHIESTO TEMPO E FLESSIBILITÀ. I turbo sarebbero diventati più grandi, e con quella configurazione sarebbe stato necessario ripensare l’intero progetto. FU IN QUEL MOMENTO CHE LE DIRIGENZE DEL TEAM E DEI MOTORISTI COMINCIARONO A LITIGARE: Honda fece notare come l’auto fosse complessa da mettere a punto, mentre McLaren accusava gli ingegneri giapponesi di immobilismo.
Il miglioramento definitivo del progetto Honda è avvenuto AI TEMPI DELLA TORO ROSSO: Honda fu felice del pacato e concreto senso collaborativo di Faenza, e fu lieta di ospitare a Sakura gli ingegneri del team – cosa che non era mai accaduta durante la partnership con McLaren. Tutto quel tempo perso oggi pesa molto, nella decisione di un costruttore che se avesse avuto un ingresso meno impreparato AVREBBE POTUTO RAGGIUNGERE PRIMA I RISULTATI OTTENUTI NELL’ULTIMO BIENNIO.