Honda, Hachigo: “Il Coronavirus non c’entra”

#MakeHistory. Era il 2015 e la Honda faceva il suo ritorno in F1 dopo aver lasciato il Circus al termine del 2008 in concomitanza con un’altra crisi economica che aveva portato all’addio diversi costruttori tra cui anche BMW. Nel 2008 sarebbe stato sufficiente un piccolo aggiornamento al motore per avere tra le mani una VETTURA DA TITOLO nella stagione successiva come ci ha raccontato Luca Filippi, allora test-driver della Honda e aspirante titolare o in Honda o nel team satellite Super Aguri. Purtroppo per Filippi, però, la Honda preferì lasciare la F1 e il titolo lo vinse a mani basse la Brawn GP con i motori Mercedes per la gioia di Jenson Button.
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Il ritorno nel 2015 in qualità di partner della McLaren è stato un incubo per la Honda e per la scuderia di Woking che nel finale del 2017 ha comunicato il passaggio alla Renault per quanto concerne la fornitura di power unit. I propulsori Honda sono finiti nei cofani delle allora Toro Rosso in un 2018 di esperimenti in vista del passaggio ai motori dagli occhi a mandorla da parte anche della Red Bull. Che nel 2019, in Austria, ha ottenuto con Verstappen la prima vittoria per la Honda nell’era turbo-ibrida. L’olandese ha concesso il bis in Germania e in Brasile, in quella che è stata una splendida DOPPIETTA per la Honda con Gasly che con la Toro Rosso ha concluso in seconda posizione.
Honda lascia la F1
Il 2020 doveva essere l’anno dell’assalto al titolo, ma la classifica a sette gare dalla conclusione sentenzia che di margine per sognare ne resta poco. Verstappen ha vinto soltanto a Silverstone e il bilancio della Honda è stato migliorato dall’impresa di Gasly a Monza al termine di una gara pazza. Il 2021 sarà l’ultima occasione, perché oggi la Honda ha comunicato che NON PROSEGUIRÀ IL PROPRIO IMPEGNO IN F1 in concomitanza con il nuovo regolamento atteso nel 2022 che vedrà le vetture cambiare radicalmente. Il presidente e amministratore della Honda TAKAHIRO HACHIGO in conferenza stampa ha dichiarato che il Coronavirus al contrario di quanto si possa prevedere non ha influito sulla scelta presa dalla Honda: “Dietro questa decisione non c’è il Covid-19 né valutazioni in termini di investimenti effettuati e profitti ricavati a breve termine – ha dichiarato Hachigo – ma abbiamo deciso di dare la priorità ad altri traguardi che la Honda vuole centrare, ovvero il 50% delle vendite rappresentato da veicoli elettrici entro il 2030 e l’abbattimento totale delle emissioni legate al carbonio entro il
- Per centrare questi obiettivi a livello di management abbiamo deciso di convertire le nostre risorse attualmente concentrate sulla F1 su queste sfide che capitano una volta in centinaia di anni e che segnano un era di grandi trasformazioni e cambiamenti”.
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Hachigo ha anche aggiunto che la Honda lascerà la F1 avendo già ad oggi ottenuti RISULTATI DI RILIEVO (“a good track record”) in riferimento alle cinque gare vinte tra il 2019 e un 2020 che ha ancora sette appuntamenti in calendario e che nel 2021 l’impegno per tentare di conquistare il titolo mondiale sarà massimo. Poi, dopo un’altra parentesi in F1 durata sette anni, la Honda lascerà di nuovo il Circus dopo aver investito cifre da capogiro in un progetto che per ora ha fruttato appena cinque vittorie. Una decisione che deve ovviamente far riflettere la governance della F1 la quale nel 2022 conta al momento tre case fornitrici di power unit ovvero Ferrari, Mercedes e Renault.