Carey difende la griglia invertita

Torna di moda l’argomento GRIGLIA INVERTITA in Formula 1, e lo fa grazie a Chase CAREY, un uomo che la Formula 1 l’ha vissuta in prima persona nell’ultimo periodo. Il presidente non operativo del Circus si è sempre posto l’obiettivo primario di aumentare lo spettacolo della F1. Non facile, in un periodo in cui la Mercedes spadroneggia. Il cambio di regolamento per il 2022 ha costituito il perno di questa strategia, ma si voleva una strada anche per aumentare lo spettacolo anche nel breve periodo. Ecco dunque l’idea della griglia invertita, che secondo Carey e Ross Brawn potrebbe essere proposta in qualche appuntamento del 2021 al posto delle qualifiche. Nella gara del sabato il pilota in testa al Mondiale partirebbe ultimo, il secondo in classifica partirebbe partirebbe penultimo, e così via.
Griglia invertita, il Circus si appella ai tifosi
La MERCEDES, per logici motivi, ha bocciato l’idea per il 2020 e sembra intenzionata a ribadire questa intenzione per l’anno prossimo. Anche altri team appoggiano Brackley e gli stessi piloti non sembrano tutti entusiasti, sebbene ne possano avvantaggiarsi. Carey ha voluto dunque difendere la sua idea: “LA MAGGIOR PARTE DEI CAMBIAMENTI DI CUI SI È DISCUSSO NELLA STORIA DELLO SPORT HA TROVATO LA RESISTENZA DEI FAN PIÙ ACCANITI. La Major League Baseball, quando c’era un battitore designato, non piaceva a tutti. Quando la NBA ha introdotto la linea dei tre punti, i fan della vecchia guardia hanno storto il naso. MA NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI QUESTI CAMBIAMENTI – ALLA FINE – SONO STATI VISTI COME POSITIVI“, ha detto lo statunitense al podcast Beyond the Grid.
“Dobbiamo fare attenzione a riconoscere l’importanza di ciò che ha reso grande questo sport. Tuttavia, NON POSSIAMO LASCIARE CHE QUESTO CI IMBRIGLI COME UNA CAMICIA DI FORZA E CI IMPEDISCA DI CONSIDERARE I POTENZIALI MIGLIORAMENTI DELLA F1. Non detteremo nessuna decisione, che anzi sarà collegiale. Ma è importante avere uno spirito di collaborazione e non prendere decisioni miopi. Non bisogna valutare se questa introduzione sia un bene o un male per una squadra, bensì se sia un bene o un male per lo sport”, ha concluso Carey.